L'Affondamento della
Viribus Unitis
Le operazioni navali in Adriatico durante il 1°
conflitto mondiale, furono caratterizzate da una spinta
offensiva della Marina italiana contro quella austro-ungarica
anche se le condizioni geografiche del teatro bellico ed i
rapporti di forza tra le due flotte avevano indotto gli
Austro-Ungarici a non esporsi in battaglie navali in mare
aperto.
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Esemplare Mignatta |
Rare furono le opportunità di colpire, in
un'azione offensiva, l'avversario e per questo motivo furono
condotti studi e sperimentazioni per la realizzazione di nuovi
mezzi e la preparazione d'imprese dirette a colpire l'avversario
all'interno delle sue basi.
Sin dall'inizio del conflitto numerose furono
le azioni di questi tipo portate a termine che, per i risultati
conseguiti, avevano seriamente preoccupato la Marina austriaca.
In particolare questo rischio era stato
recepito dai comandi della base navale di Pola, dove rimaneva
concentrato il grosso della Flotta imperiale e dove quindi ci si
attendeva, più che in ogni altra base, qualche nuovo tentativo
italiano.
Pola era però una base quanto mai sicura per
ragioni naturali, dove lo stretto canale d'accesso consentiva di
proteggere con le massime garanzie di difesa, l'imboccatura con
una serie di sbarramenti.
Le azioni dei mezzi d'assalto approntati dalla Marina non erano
state coronate da successo fino all'impresa di Rossetti e
Paolucci.
Fin dai primi giorni di guerra l'ingegnere Giovanni Raffaele
Rossetti, ufficiale del Genio Navale, aveva pensato di
realizzare un mezzo offensivo che, trasportato all'interno di
una base nemica, avrebbe potuto causare la distruzione a
sorpresa di unità navali nemiche.
Le esperienze dei MAS durante il conflitto furono rielaborate
da Rossetti e si concretizzarono in un originale mezzo d'assalto
semovente, la "Mignatta", costituito da una parte centrale,
contenente il motore, e da due parti estreme, scollegabili dalla
parte centrale, che costituivano le cariche da applicare alle
carene delle navi nemiche.
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La Viribus Unitis affonda nelle acque di Pola |
Gli operatori avrebbero dovuto portarsi a
cavalcioni del mezzo fino all'obiettivo e poi, regolata
l'orologeria all'ora d'esplosione, cercare di riprendere il
largo per ritornare sul mezzo che li aveva trasportati davanti
alla base navale nemica.
Per la costruzione della "Mignatta", dopo studi ed esperienze
diverse, a metà aprile del 1918 iniziarono, segretamente, i
lavori a La Spezia sotto la direzione di Rossetti stesso. In
luglio la "Mignatta" era pronta e fu trasferita a Venezia.
Oltre al Rossetti era stato prescelto per
l'azione il medico Raffaele Paolucci.
Dopo vari rinvii dovuti anche a cause
tecniche fu deciso l'attacco a Pola per la notte del 31 ottobre.
Di notte le due Torpediniere PN 65 e 66, rimorchiarono i MAS 94
e 95 che poi trasportarono la "Mignatta" fino a 1.000 metri
dalle ostruzioni di Pola.
All'una del mattino del 1 novembre Paolucci e
Rossetti riuscirono a superare i 3 sbarramenti e si ritrovarono
all'interno della base.
Fu deciso di attaccare la "Viribus Unitis",
una delle più moderne corazzate austro-ungariche e alle 04.45
sotto la chiglia di quest'unità fu sistemata da Rossetti la
carica esplosiva.
Rientrato sul mezzo poco dopo Rossetti e Paolucci nell'aumentato
chiarore del mattino furono scoperti e presi prigionieri da una
motobarca austriaca.
Per non far cadere il mezzo in mano del
nemico furono aperte le valvole di affondamento e attivata la
seconda carica.
La Mignatta, abbandonata a se stessa, andò ad arenarsi in
un'insenatura dove il suo scoppio provocò l'affondamento del
piroscafo Wien che vi era ormeggiato.
L'affondamento della "Viribus Unitis", che
dopo lo scoppio si rovesciò in pochi minuti, fu una rivincita
morale degli uomini dei reparti d'assalto della Marina italiana
che in precedenza avevano perduto nelle acque di Pola, durante
un tentativo di forzamento, il Grillo del comandante Pellegrini. |